Fabrizio De André

«Sai giocare a Risiko?»
Io, «Sì».

Una cretina. Credevo che fosse la battaglia navale.

De André sciorinò le mappe e io mi aggrappai al mio ruolo: la cretina senza né arte né parte, senza tattica e strategia. Ma avevo l’obiettivo del mio Risiko davanti, lui, un obbiettivo da consegnare al mio obiettivo.
De André, di via del Campo, dei carugi e dei pirati era nella sua bella e pericolosa Sardegna.

Manovrava truppe, scalava vette, conquistava imperi. La sua faccia era la mia mappa. E, io me la sono conquistata facendo lo struzzo nella sabbia. Prendendomi della cretina ogni due per tre, questo fino alle due di notte.

L’indomani lo fotografai tra le pecore che scappavano di qua e di là.

Tempio Pausania, febbraio del 1997, servizio per il magazine Sette del Corriere della sera, in occasione dell’uscita romanzo Un destino ridicolo.

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